martedì 14 settembre 2010

Poi annusa il vento. Part One.

Lui è di Dakar. E' un uomo alto, statuario. La sua pelle ha il colore della terra bagnata.
Lei è polacca, di Poznan. Ha capelli castani e occhi neri. Il suo corpo è minuto e snello. Le dita delle mani sono affusolate e, dal giorno in cui venne data al mondo, non hanno mai smesso, neanche per un istante, di vibrare in un lieve seducente tremolìo.
Lui soffre di una malattia assai rara che lo rende immune al dolore.
Lei, questo, non lo saprà mai.

Il loro incontro ha luogo al binario 7 della stazione di Dakar.
Lei indossa un abito dai toni cipriati ed un cappello di paglia. Contemplando i binari, gioca con una ciocca di capelli. Poi annusa il vento.
Lui ha le mani nelle tasche del vestito di lino bianco e la guarda. La guarda e ne immagina la fessura nascosta.

Il vento si alza trasferendo sulla nuca della fanciulla il peso voluttuoso dello sguardo di lui.
Lei avverte un brivido, da principio tra le scapole, poi intorno al retto.
Qualcosa di indefinibile le sottrae il respiro per ricosegnarglielo spezzato.
Si gira. Deve girarsi. Non può farne a meno.

Lui la guarda, le mani ancora nelle tasche. E, mentre il suo sguardo non le concede tregua, lui si indurisce e svetta.
Terribilmente. Drasticamente. Imperdonabilmente. 

Lei, ora, ha le gote cremisi.

Lui non smette di guardarla. L'erezione è tale da procurare fitte lancinanti. A chiunque altro, ma non a lui.
Lui non prova dolore.

...

lunedì 13 settembre 2010

Vogliate Scusarmi

Dare scandalo è sempre stata la mia specialità.
Non che lo facessi o lo faccia di proposito, tutt'altro, ma pare che ciò che partorisce la mia mente generi uno ed un solo contraccolpo: lo scandalo.
Io, diversamente, sono persuasa che le aberrazioni siano patrimonio di tutti, nessuno escluso.
Ma quegli stessi tutti hanno un tale terrore dei propri vizi da convincersi di non averne alcuno.
Essi non sanno che, talvolta, le perversioni hanno un'accezione imperscrutabilmente poetica e che possono, se svelate e rivelate con garbo, sortire il medesimo effetto che l'Arte produce nelle viscere dell'uomo.
Come una madre che blandisce il fanciullo, io canto il discinto e la sua avvenenza.
E se mai ledessi qualche animo o se anche solo lo turbassi, Signori, vi prego, vogliate scusarmi.